Lo sci azzurro riparte dallo Stelvio. Brignone: "Sentivamo il bisogno di tornare in pista"

I nazionali di Coppa del Mondo al lavoro sul valico alpino fino a fine giugno. Sofia Goggia si mette alle spalle le difficoltà: "Soluzione splendida"

Un bastione a 3100 metri, sopra il passo dello Stelvio. Gli azzurri della neve ripartono da qui, da una struttura che sembra venire dal passato ma che nella lenta ripartenza dopo l'emergenza Covid-19 si sta rivelando utilissima per sciatori, snowboarder, freestyler e fondisti. Per tutto giugno ragazzi e ragazze della Coppa del Mondo si alterneranno quassù, in una delle poche patrie italiane dello sci estivo, appesi a impianti che vissero il loro boom tra gli anni Settanta e Ottanta e che negli ultimi anni sono sopravvissuti soprattutto grazie alle scuole sci. Il blocco delle frontiere e la necessità di tornare al più presto sulla neve quest'anno hanno riportato i big. Che si concedono alla stampa vis-à-vis per la prima volta da quando è esplosa la pandemia, in una giornata segnata prima dalla nebbia e poi da una fitta nevicata.

Tutti insieme

Le tre ragazze del gruppo élite dal 2 giugno non si sono fermate un attimo. C'è Federica Brignone, che sembra già pronta a difendere quella Coppa del Mondo che non ha potuto festeggiare tra la gente. "Non sono una patita dello sci d'estate, non amo i ghiacciai, ma siamo fermi da tanto e abbiamo bisogno di tornare sulla neve. Sciamo poco, facciamo poco allenamento specifico: è stata un'occasione importante, da prendere". C'è Sofia Goggia, che sta cercando la via per lasciarsi alle spalle dubbi e dolori. C'è Marta Bassino, Francesca Marsaglia ma ci sono anche gli uomini della velocità, da Christof Innerhofer a Mattia Casse passando per Emanuele Buzzi, e poi Michela Moioli e gli altri snowboarder. Tutti rintanati nell'hotel Livrio, 90 posti nelle camere rese obbligatoriamente singole - la sola in doppia è Federica Brignone, salita col fratello Davide - e un affaccio sulle piste faticosamente preparate da Umberto Capitani e dai suoi uomini.


Adattarsi

"Sono contentissima di aver rimesso gli sci ai piedi - racconta Marta Bassino - e di aver il ghiacciaio tutto a disposizione per noi. Negli ultimi giorni la neve ci ha dato fastidio ma contiamo di avere altri 4-5 giorni di bel tempo". Adattarsi è una delle grandi qualità degli sciatori, da sempre abituati a fare i conti con le condizioni meteo e con gare che saltano e partenze ritardate al cancelletto. Con una stagione che verrà dai contorni ancora non definiti per via della pandemia, gli atleti dovranno trovare il modo per farsi trovare pronti anche se l'avvicinamento sarà giocoforza diverso, a iniziare dalla trasferta in Sudamerica che quest'anno salterà. "E' da quando siamo tornare a Are che non abbiamo programmi fissati. Non sappiamo nemmeno se ci saranno i Mondiali il prossimo anno, ho imparato a convivere con questa incertezza". C'è chi, per non sbagliare, durante il distanziamento sociale si è fatto la palestra in casa e ora si trova più avanti nella preparazione rispetto al solito, come Mattia Casse. "Meglio, così posso dedicarmi di più allo sci. Finora abbiamo potuto lavorare su una pista da superG di 50", quando torneremo dal 18 al 24 speriamo di poter fare qualcosa in più". "Questa è una soluzione splendida - dice Sofia Goggia -, perché esci dall'albergo e sei subito sulla pista, e poi stiamo qui 15 giorni, con la valigia disfatta in camera, siamo fuori dal mondo ma allo stesso tempo a pochi passi da casa".